VERONA MARATHON 11° - 7 OTTOBRE 2012
Giulietta:
“ Oh! Come entrasti tu qui. Ed a quale fine?
I muri che circondano questo giardino sono ardui, e pressoché` inaccessibili; ed il luogo in cui stai ti sarà tomba, se alcuno dei miei ti sorprende ”.
Romeo:
“Coll’ali dell’ Amore valicai l’altezza di que’ muri, che` barriera non
v’ ha al prepotente Amore: tutto che Amor può tentare, Amor l’ osa; onde a’ tuoi non ebbi riguardo allorché qui venni “…
William Shakespeare: Giulietta e Romeo. Atto II Scena I
Al numero ventitré di via Cappello, vicinissima a piazza delle Erbe, sorge la casa di Giulietta Capuleti, un severo edificio medioevale.
Nella facciata frontale spicca il famoso balcone da cui Giulietta si affacciava per parlare con il suo amato Romeo…
Verona, citta` dell’amore, senza tempo, dichiarata patrimonio dell’umanità per la sua ricchezza artistica e architettonica, richiama turisti da ogni parte del mondo.
Oggi Verona ospita l’undicesima edizione della maratona, una giornata importante, che non sarà facilmente dimenticata.
Venerdì, da Milano, raggiungo Verona in treno.
Dal finestrino guardo il paesaggio che si allontana, come i giorni che si spengono velocemente e i pensieri che volano lontano.
Arrivo in stazione con la mia valigia rossa, (quando viaggio, porto sempre con me qualcosa di rosso, il colore del movimento e dell’attività fisica) e mi guardo intorno.
Daria, la figlia della mia amica Bianca, mi aspetta.
Andiamo al Palasport per ritirare il pettorale, quindi ci dirigiamo verso Volargne, fuori citta`, dove sarò ospite di Bianca.
Con lei ho trascorso sette anni in collegio, a Roma.
Ci attardiamo a rinverdire i ricordi di quel tempo, ancora intrisi di una cupa tristezza.
Domenica mattina, Bianca mi accompagna a Sant’Ambrogio di Valpolicella, luogo di ritrovo per la partenza della maratona.
Bianca è di una pigrizia proverbiale, infatti, non scende neanche dalla sua macchina e torna subito a casa.
Ripenso all’ora di educazione fisica, nelle scuole superiori, quando cercavo con ogni scusa, più o meno plausibile, di farmi esonerare.
Oggi, invece, sono pronta a correre la mia quinta maratona.
Sorrido compiaciuta per questo mio radicale cambiamento.
Guardo gli altri runners e quasi tutti indossano magliette a mezza manica. Io ho preferito la canotta, spero di non sentire freddo.
Sono pronta a sfidare chilometri e fatiche!
Saluto alcune amiche, mi mostro spigliata e ciarliera, per ingannare ansia e trepidazione.
Il sole timidamente fa capolino nel cielo grigio, lattiginoso.
Ci avviciniamo alle griglie di partenza.
Il sindaco di Sant’Ambrogio da' il via alla maratona.
Cominciamo a correre sotto una pioggia di coriandoli, una danza di colori, davanti ai nostri primi passi.
Penso di saltare il primo ristoro e fermarmi al decimo chilometro, ma il caldo, 26 gradi e 85% di umidita`, mi fa desistere.
Anche se sono abituata a correre con il caldo dei Tropici, oggi soffro in modo particolare questa temperatura torrida.
Il percorso si snoda tra i vigneti di Valpolicella, piccoli paesi, con salitelle, curve strette e ampi scorci di paesaggi agresti.
Percorro i primi 10 km in 0:59 minuti e continuo con un buon ritmo fino alla mezza maratona, 2:12.
Ormai siamo vicini alla città di Verona.
Il caldo non dà tregua e vedo già runners che camminano, li supero per non farmi contagiare.
Gli spettatori ci incitano a dare il meglio di noi stessi, un po’di live music risveglia i nostri passi.
Penso al prossimo ristoro, devo bere e tanto, ma temo anche di esagerare e avere problemi d’iperidratazione.
Un bicchiere di sali e uno di acqua a ogni ristoro sarebbero troppi.
Sento folate di caldo salire dall’asfalto, vorrei togliermi le scarpe e correre a piedi nudi, come Abebe Bikila ai Giochi Olimpici di Roma, nel 1960.
Il caldo prosciuga le mie energie, al ristoro dei 25 km mi fermo qualche secondo e mi disseto con avidità`.
Riprendo a correre piu` serena.
Dopo solo un paio di chilometri ricomincio a pensare al ristoro successivo, più assiduamente di prima.
Per distrarmi inizio a pregare per tutte le persone che hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita.
Un’improvvisa folata di vento muove una danza di foglie secche e asciuga le nostre fatiche.
Corriamo lungo il corso dell’Adige e lo attraversiamo sul ponte Scaligero, magnifico esempio d’ingegneria militare, a tre arcate, fortificato e merlato.
Dopo il ristoro dei 30 km mi sento meglio, la sete non mi spaventa più, ben presto, con soddisfazione, realizzo che ho superato il muro del trentesimo chilometro che destabilizza molti runners.
Un ragazzo, con la maglietta rossa, che cammina, con un’espressione stravolta sul viso, mi dice:
“Brava, sei più brava di me.”
Gli sorrido per consolarlo e continuo la mia corsa.
37 km, un numero simpatico, ormai mancano 5 km al traguardo, ritrovo le mie energie.
Nel dedalo di stradine del centro storico, chiese, monumenti, negozietti, c’è un ultimo ristoro, prima dell’arrivo.
Il sole splende alto nel cielo terso e sembra godersi il fascino della citta’ che per un giorno ha vissuto senza il rumore di auto e motorini, ascoltando solo lo scalpiccio delle nostre scarpe.
Un’ala di spettatori ci accompagna fino all’arrivo spettacolare nell’Arena.
In quest’anfiteatro romano, ogni estate, dal 1913, sulle gradinate seicentomila spettatori assistono alla più grande stagione lirica di tutto il mondo.
La prima opera a essere rappresentata, il 10 agosto, fu Aida, la più spettacolare opera di Verdi.
Con lo sguardo colgo la grandiosità dell’Arena, alzo gli occhi al cielo, commossa.
Memento audere semper.
Ricorda di osare sempre.
Ritorno a casa con un nuovo gioiello al collo, la medaglia da finisher, un terzo posto di categoria e il sole di Verona sulla mia pelle.
Sono le emozioni profonde che amo descrivere, per ricordare le vibrazioni di una corsa, come fossero corde di un violino, capaci di creare un concerto di respiri.
Grazie Veronamarathon.
CREMONA 11° MARATONINA - 21 OTTOBRE 2012
Caldo tepore di ottobre
Si prospetta una corsa “solare”
Il mattino presto solo buio e un po’ di nebbia, i più continuano a dormire il sonno dei giusti.
Noi del Gruppo Sportivo SAN MICHELE siamo diretti a Cremona, intimamente convinti che il sole ci regalerà una giornata luminosa.
Cremona, città d’origini romane, resistette all’invasione dei longobardi, fu governata da vescovi e si costituì libero Comune.
Fu centro di una vasta Signoria che passò ai Visconti, poi agli Sforza.
Cremona ebbe una notevole scuola pittorica nel Rinascimento e una celebre tradizione di liuteria, legata in particolare all’attività di Antonio Stradivari.
Arriviamo per tempo a Cremona, la nebbiolina sale lentamente scoprendo guglie e campanili, nel cielo una vera schiarita, promessa di una splendida giornata.
Parcheggiamo e ci dirigiamo con le nostre borse verso il luogo del ritrovo, in piazza del Comune.
Ritiriamo il pettorale presso la sala Borsa della camera di Commercio.
Consegniamo le borse al servizio custodia e dopo una tazzina di caffé, partiamo per il warm up, mescolandoci ai tanti altri runners.
Nell’ampio centro storico s’incontrano, sulla magnifica piazza del Comune, i grandi monumenti del Medioevo: il Duomo, il campanile detto Torrazzo, alto 111 metri, il Battistero, il Palazzo del Comune.
Cremona è un importante centro commerciale e industriale, con stabilimenti alimentari (tradizionale la produzione di torrone e mostarda).
Un’atmosfera di euforia si diffonde e contagia tutti noi, siamo circa 3.000 affezionati a questa maratonina.
L’aria frizzante ci spinge a muoverci ed è già tempo di avviarci verso la zona di partenza.
Tutti pronti in Via XX Settembre.
Mancano solo pochi minuti e…Gianni Morandi mi affianca e mi saluta con il suo sorriso da
eterno ragazzo.
Ricambio con entusiasmo, gli dico che a Verona è stato bravo a correre il Duo e nel concerto di Celentano ha portato brio e movimento.
Non mi sono resa conto di essere vicino a un famoso cantante che ci ha fatto sognare, forse perché noi runners ci consideriamo tutti uguali, sospinti da una sola passione, la libertà di correre.
9.30 l’ansia della partenza si perde in un volo d’indumenti.
Sparo d’inizio gara:
VIA………………………………
Euforia, incitamenti da parte del pubblico, chilometri da percorrere in compagnia, anche se la fatica di correre è d’ogni singolo runner, spinto solo da tanta passione e voglia di libertà.
Al terzo chilometro un ragazzo cammina, gli chiedo se sta bene, se ha qualche problema.
Con uno sguardo triste mi risponde:
“ Sono stato lasciato, ho la testa da un’altra parte”.
Lo incoraggio a non fermarsi, la corsa porta via ansie, pene e ti apre la mente a diverse, soluzioni, a un nuovo stile di vita, ti regala un sorriso, proprio quando la fatica di esistere sembra travolgerti, una forza interiore ti sostiene e ti senti pronto a sfidare il mondo intero.
Pian piano il suo passo si fa leggero, agile, ricomincia a correre…
Il percorso si snoda pianeggiante, ben segnalato, sotto un cielo sereno, in questa prolungata estate.
Il mio tempo intermedio, al 10 km, è 0.58.34, pensavo di far meglio, ma sento ancora nelle gambe la caldissima maratona di Verona.
Per un riflesso inconscio, sento i piedi stanchi, che reclamano un massaggio, penso che tra due settimane sarò in Thailandia e i massaggi non mi mancheranno.
Corro con tutti gli altri runners, scambio qualche impressione con compagni di gara e non demordo.
Un runner si complimenta con me per il mio passo costante, a martello, come si dice in gergo.
Lui mi spiega che è abituato a correre per 15 minuti, per poi camminarne 5 ed in questo modo di procedere ha impostato e portato a termine la 100 km del Passatore.
Siamo veramente tutti diversi, unici, e ognuno scopre il suo modo di esprimersi al meglio.
Unica salita del percorso è un breve cavalcavia.
Al diciottesimo chilometro un ragazzo stanco e accaldato mi chiede quanto tempo abbiamo per terminare la corsa, due ore e trenta o più.
Lo rassicuro che il tempo limite è tre ore.
E lui:
“ Bene, posso camminare gli ultimi tre chilometri”.
Ho insistito un po’ e mi ha seguito di corsa fino all’arrivo.
Superiamo l‘ultimo ristoro, dove ben pochi si fermano, per la frenesia di finire, di giungere al traguardo finale.
Ci avviciniamo all’arrivo, tra due ali di pubblico festante e caloroso.
Km 21,97
Un’altra gara è terminata bene, con la convinzione di aver acquisito più consapevolezza e tanta forza di volontà.
Che meraviglia scorgere il colore della vittoria su tanti visi accaldati, l’oro delle medaglie su maglie sudate sotto il sole alto, tra bancarelle e sacche sportive, salutare amici con cui condividi una corsa dopo l’altra e interrogarsi circa la prossima competizione.
Accarezzo la medaglia che ho al collo, mentre davanti al palco aspetto la mia premiazione di categoria.
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