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DOMENICA A OSNAGO - maggio 2017

Gruppi partecipanti alla manifestazione "7 CAMPANILI 2016
Marcia caratesi Gruppo Allianz
Avis Oggiono Amici dello sport
Marciatori Desio ATL C42195 Blufrida
San Francesco Desio G.S. Running Villa Cortese
VTV Abbiategrasso AVIS Seregno
G.S.O. Rogoredo CTL Carnate
AVIS Cinisello Cammino in compagnia
ASL Cremella Marathon Seveso
G.S. San Michele I Camminadasi Meda
G. Podisti Romanò ROBY 67
AVIS Lazzate  

Domenica 10 aprile 2016

Quest’anno la maratona di Roma è un omaggio al Giubileo della Misericordia, proclamato da Papa Francesco, ricca di sorprese, alcune legate al tema della Misericordia, tra cui l’opportunità di donare il sangue presso il Marathon Village, Palazzo dei Congressi, Eur.
La prestigiosa 42 chilometri di Roma è l’unica maratona italiana ad essere certificata IAAF Road Race Gold Label. Correre nella città eterna, culla della cultura millenaria, storia e arte, passato e cristianità, è un’esperienza di corsa e di vita unica, da non perdere. New York può attendere… Gigi (invitato alla maratona come élite), Patty, Carla ed io raggiungiamo Roma, comodamente in treno, alle 12,30 di sabato. Gianni, volontario al ristoro del quarantesimo chilometro, aspetta in stazione Termini e, insieme, ci rechiamo al Marathon Village, per ritirare il pettorale (dopo una brevissima sosta in hotel per lasciare i bagagli). Lucrezia
Evitiamo una lunghissima coda e così, dopo aver ritirato il pettorale, ben presto, in metropolitana, raggiungiamo i Musei Vaticani per un pomeriggio di straordinaria bellezza artistica, un percorso attraverso i secoli. Il primo nucleo fu costruito da Giulio II che, nel cortile del Palazzo del Belvedere, raccolse alcuni capolavori della scultura classica: Apollo è una delle più celebri opere giunte dal mondo classico, una replica romana di un originale bronzeo greco; Laocoonte, capolavoro della scultura tardo-ellenistica, è celebrato come la più bella scultura del mondo; Torso, opera originale, del I sec. a.C. fu realizzata da Apollonio, figlio di Nestore ateniese.

Dopo le varie sale, superiamo la Galleria dei Candelabri, degli Arazzi e delle Carte Geografiche, per poi ammirare le Stanze di Raffaello (Giulio II aveva affidato l’incarico al pittore d’Urbino). Raffaello Sanzio ebbe come primo maestro il padre Giovanni che lo lasciò orfano a soli undici anni. Fu poi allievo del Perugino, a Firenze conobbe Leonardo e Michelangelo. Trasferitosi a Roma, nel 1509, iniziò la sua breve e folgorante carriera, come pittore e architetto. Morì per una febbre acuta a soli trentasette anni.Entriamo nel Cortile della Pigna, nel centro del quale si trova la Sfera con Sfera, di Arnaldo Pomodoro, che gira lentamente con il vento. La colossale sfera di bronzo dialoga con la maestosa abside bramantesca, dove è collocata la Pigna. Una visita d’obbligo è la Cappella Sistina, il capolavoro pittorico di tutti i tempi, con circa trecento figure, su oltre mille metri quadrati. L’idea di far dipingere la volta fu del papa guerriero Giulio II. Michelangelo illustrò la Creazione del mondo, Adamo ed Eva, tratteggiò i corpi imponenti dei Profeti e delle Sibille, con ricchezza di colori e particolari. Roma attira runners e turisti da tutto il mondo.

Domenica mattina, raggiungiamo a piedi il Colosseo, brulicante di runners, in un’atmosfera di grande festa sportiva. Salutiamo amici, scattiamo foto ricordo, consegniamo le nostre sacche, iniziamo a riscaldarci nell’aria del mattino, ancora freddina. Alle nove e quindici minuti siamo tutti schierati nelle rispettive griglie, in fervida attesa del via. Eravamo 16.764 (provenienti da 115 nazioni), sulla linea di partenza della 22esima maratona romana, 40% in più degli iscritti del 2015. La partenza è suddivisa in tre onde e sono presenti sessantasette pace-maker, i nostri “ angeli “; il tempo limite è di sette ore e trenta. Partenza e arrivo sono in via dei Fori Imperiali, all’altezza del foro di Traiano-Campidoglio. Chiacchiero con un Irlandese e un suo giovane amico che, proprio a Roma, corre la sua prima maratona, per ingannare gli ultimi minuti e lenire la tensione. Alle 9,30 iniziamo a correre sullo splendido percorso che ci offrirà quarantadue chilometri di 500 siti d’interesse storico, archeologico e architettonico. Intorno a noi una festa continua di musica, spettatori, turisti, in una domenica di sole. Correre nella Città Eterna è una lunga, profonda emozione. Gli attimi del via sono pregni di allegra commozione generale. Lucrezia

Lasciamo i Fori Imperiali alle nostre spalle e ci avviciniamo a Piazza Venezia e, alla nostra sinistra, ammiriamo l’immacolato Altare della Patria, che accoglie il Milite Ignoto, simbolo dei caduti italiani nella prima guerra mondiale.  Dopo il Teatro Marcello, abbiamo la grandiosa cornice del Circo Massimo e del Viale Aventino, prima di percorrere la lunga via Ostiense, con siti di grande particolarità: la Piramide Cestia, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, patrimonio Unesco. All’ottavo chilometro, superato il Ponte Marconi, corriamo lungo il Tevere. Quante volte, tanti anni fa, durante i soggiorni romani, con le mie due sorelle, il mattino presto, mi allenavo lungo il Tevere, dopo aver attraversato Largo di Piazza Argentina, Via Del Corso, Piazza del Popolo…fino a Piazza San Pietro, deserta, che si mostrava solo per me, senza ressa di persone in attesa di vedere il Pontefice. L’essenza della città, nella luce dell’alba, è grandiosa. Dai bar si diffonde un forte aroma di caffè. Il percorso poi si snoda verso nord, da Castel Sant’Angelo a Ponte Milvio, passando per via della Misericordia che ci conduce alla maestosa Piazza San Pietro, luogo d’immensa religiosità e umanità. A questo punto deviamo a destra, fino a giungere in Viale della Moschea. Negli ultimi chilometri, ci distrae dalla fatica la bellezza di piazze, chiese e fontane. In Piazza Navona, ampia e pur raccolta, la Fontana dei Fiumi, sormontata dal granitico obelisco, è un Capolavoro del Barocco.

La fontana è costituita da una scogliera su cui siedono le personificazioni dei quattro fiumi: Nilo, Gange, Danubio, Rio della Plata, simboli delle quattro parti del mondo allora note. Secondo la leggenda i gesti delle statue sarebbero una sorta di sberleffo di Bernini verso il suo rivale Borromini, autore dell’antistante chiesa di Sant’Agnese in Agone. Il Rio della Plata alza la mano a protezione del crollo della facciata, mentre il Nilo si copre il volto per non vedere gli orrori della costruzione di tale chiesa. In Piazza del Popolo lo sguardo estasiato cattura l’Obelisco di Eliopoli, i giardini pensili del Pincio, la facciata rinascimentale di Santa Maria del Popolo (nell’interno si possono ammirare due capolavori di Caravaggio), le cupole barocche delle chiese gemelle di Santa Maria in Montesanto e di Santa Maria dei Miracoli…tre secoli di storia davanti ai nostri occhi! La Porta del Popolo, nelle Mura Aureliane, fu a lungo, per quanti giungevano da nord, la sola via d’accesso alla Città Eterna. Poco più avanti scopriamo il cuore della Roma elegante, luogo d’incontro di giovani provenienti da tutto il mondo: Piazza di Spagna. Il suo nome fu dato dagli spagnoli, poiché avevano in quella piazza la propria ambasciata, in aperto dissidio con i francesi, che si ritenevano i padroni di quel luogo, poiché vi avevano costruito la chiesa di Trinità dei Monti. Il papa Innocenzo XIII fece costruire la scalinata di travertino della piazza, che sale fino alla chiesa. Ai piedi della scalinata, che ospita anche sfilate di gran moda, sorge la fontana Barcaccia, uno dei monumenti più famosi del mondo.

I fratelli Pietro e Gian Lorenzo Bernini, per la realizzazione della fontana, s’ispirarono a una chiatta, arenatasi sulla piazza, dopo l’inondazione del Tevere, che, nel 1598, sommerse gran parte della città. Siamo a pochi chilometri dall’arrivo, il sole riscalda l’atmosfera di festa che pervade la città. Per tutta la durata della maratona, noi runners e il pubblico numeroso, siamo stati rallegrati da numerose e importanti bande musicali. Lucrezia

Al quarantesimo ristoro Gianni, un amico volontario, ci saluta con un sorriso d’incoraggiamento, ormai tutti siamo in dirittura d’arrivo. Ricordo gli anni trascorsi a Roma, in collegio, dalle suore di San Vincenzo Pallotti, che noi ragazze chiamavamo suore Pallottoline… gli anni dell’adolescenza, al chiuso e al buio di enormi corridoi, sempre in fila, in silenzio, nei nostri grembiuli neri… In quei lunghi anni, mai avrei immaginato di rivedere la grande storica bellezza di Roma correndovi una maratona.

Gli occhi lucidi esprimono tanta commozione. Ultimo tratto di sampietrini, sotto i nostri piedi, consolante cartello del quarantaduesimo chilometro e ultimi cento novantacinque metri, per passare sotto il trionfale arco dell’arrivo. Grandissima emozione per quest’impresa di maratona storica, come l’abbraccio con Patty, che stoicamente ha corso ancora con i postumi di una slogatura alla caviglia… GRANDE PATTY!

 

MIGLIOR MANIFESTAZIONE PODISTICA SERALE 2016 - MB -

SIMONE MERONI - BAHAMAS MARATHON 2017