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BUON NATALE DI GIORGIO F.
E così anche quest'anno siamo arrivati a Natale.
E mi appresto quindi molto volentieri a rinnovare a Voi e alle Vostre famiglie i miei più sinceri auguri di Buon Natale.
In un mondo che corre così veloce dove la frenesia stravolge anche le amicizie e i rapporti tra le persone, spero sempre che in questo periodo ci sia la possibilità di ritrovare nella tranquillità della famiglia quella serenità che ci permette poi di ripartire di slancio nel nuovo anno.

e allora ancora tanti auguri a tutti, ci sentiamo a presto.

Giorgio
BUON NATALE DI LUCREZIA O.
Questa storiella l'ho scritta nell'anno scolastico 1991-1992, per i miei alunni
di classe prima, quando insegnavo nella scuola di Cortenuova, Monticello.
E' un fantasioso regalo di Natale.

BABBO NATALE E I BAMBINI

In cima alla montagna Bianca, in una piccola baita, nascosta tra pini ed abeti, vivevano mamma e babbo Natale.

Babbo Natale desiderava tanto un bambino a cui dedicare tutto il suo amore e tanto tempo per giocare insieme.
Anche mamma Natale sognava di avere un figlio da cullare e coccolare.

Passavano i giorni, i mesi, gli anni, ma nessun piccolo arrivava ad allietare la loro vita.

Mamma diceva che babbo Natale, in fondo in fondo, era sempre rimasto un po' bambino, perche' era molto spensierato e amava costruire giocattoli con le sue mani.
Egli, infatti, costruiva simpatici animaletti di legno per la fattoria dello
zio Tom, bambole di porcellana e bamboline di pezza, camioncini e macchinine per i piu' frettolosi, palline, palloni e palloncini colorati per dieci squadre di calcio.

Il giocattolo che preferiva babbo Natale era una trottola di latta, agile e scattante, che gli faceva compagnia la sera, davanti al crepitio del fuoco, nel caminetto.
Mentre la sua trottola girava colorata, babbo Natale immaginava di visitare il mondo in cerca di un bambino che volesse diventare suo figlio.

E intanto gli inverni passavano, uno dopo l'altro, e i capelli di babbo Natale diventavano piu' bianchi della neve.

" Anche quest'anno si avvicina la festa dei bambibi e noi non abbiamo un figlio, solo giocattoli "
disse una sera mamma Natale.

Così babbo Natale non volle piu' aspettare e decise di partire.
Sali' sulla sua slitta, trascinata da due robuste renne, carico' un sacco pieno di giocattoli, e comincio' un lungo viaggio nel mondo dei bambini.

Durante la notte, babbo Natale, se sentiva il respiro di un bimbo
addormentato, lasciava, accanto al letto, un dono.

Al mattino, i bambini si svegliavano presto e scoprivano la sorpresa di babbo Natale.

Che gioia! Che emozione! Che festa!

Ma questa storia, come ben saprai, non finisce mai, vive sempre con babbo Natale e i bambini del mondo.

Così ogni anno, nella notte magica, babbo Natale, con la sua lunga barba e la slitta piena di doni, va a trovare tutti i bambini del mondo, che al mattino spalancano gli occhietti per la meraviglia che si ripete.

Ora mamma e babbo Natale non hanno un figlio, ma sicuramente tutti i bambini del mondo vogliono loro tanto bene, infatti, ben presto, tra i banchi di scuola, imparano a scrivere simpatiche letterine che mamma Natale legge, un po' emozionata, a babbo Natale, ormai assonnato, davanti al caminetto, con la sua
trottola di latta sulle ginocchia.

Vi auguro di vivere questo Natale con la gioia di un bambino,
quel bambino che c'è in ognuno di noi

Lucrezia

DUE RIGHE SULLA "CASSOEULA" di F. Giorgio

Quando arriva l’inverno la cucina brianzola offre il meglio di se con piatti come la cazzuola e la trippa che erano piatti legati alla vita rurale della nostra zona.
Col passare degli anni queste specialità  sono sempre molto gradite non solo da chi è originario della brianza, ma anche da chi arriva dall’esterno.
E così oramai da qualche anno succede che il nostro gruppo sportivo dedica una serata a organizzare una “ cazzuolata” che oltre ad essere cucinata divinamente è anche un motivo per ritrovarsi assieme vivendo con spensieratezza una serata tra amici e conoscenti.
E la fatica è ben ripagata dalla soddisfazione di vedere gli  apprezzamenti dei commensali

SÜDTIROL DREI ZINNEN ALPIN RUN

Cari amici del “gir de munt” eccomi qui a raccontare una nuova avventura. Lo scorso settembre la passione per la corsa e il desiderio di cimentarmi in un impegnativo percorso in montagna mi hanno spinto ad iscrivermi ad una delle piu’ rinomate corse alpine, la “Südtirol Drei Zinnen Alpin Run”.

E’ una corsa non lunga (percorso di circa 18 km), ma molto impegnativa, con un dislivello positivo di circa 1.400 m. A soffrire lungo il tragitto non poteva mancare il socio di tante avventure, Danilo, che non e’ riuscito a tirarsi indietro J di fronte a questa nuova sfida

Alla partenza ci sono circa 1.000 persone, alcune molto note nel circuito degli sky-runners, tra i quali il 6 volte Campione del Mondo Jonhatan Wyatt, alla fine vincitore della corsa.
Ma veniamo alla corsa.
E’ una vera avventura ed il paesaggio mozzafiato. Qui il termine mozzafiato ci casca a pennello, in effetti lungo tutto il percorso non c’e’ tregua ed il fiato viene a mancare.
Si parte da Sesto, splendido paesino del Cadore storicamente noto per essere stato al centro di battaglie, durante la Prima Guerra mondiale, tra l’esercito Italiano e quello Austro-Ungarico.

Dopo un tour intorno al paese, e pochi km di leggera salita che portano ad inizio valle, si comincia a salire.
Il primo tratto, sebbene in salita, e’ corribile e passa in mezzo alla Valle Fiscalina, tra pinete e prati. Io e Danilo ci difendiamo molto bene e siamo tra i primi del gruppo. Il percorso e’ molto simile per impegno alle nostre corse abituali, ma siamo solo all’inizio.

Arrivati a fondo valle, comincia la vera sfida. Da qui si sale in direzione del Rifugio Comici per poi proseguire fino al Rifugio Pian di Cengia (quota 2.575 m). Questa e’ la parte piu’ impegnativa della corsa.

Il percorso a serpentina mette a dura prova la preparazione e qui escono i veri sky-runner. Se prima eravamo nel gruppo di testa, alla fine di questo tratto ci troveremo nella seconda meta’ del gruppo.

La salita e’ durissima e senza tregua. Unica possibilita’ per riprendere il respiro e abbassare i battiti cardiaci e’ improvvisarsi fotografi. Con la scusa di voler fare uno scatto con il telefonino allo stupendo panorama, si rallenta e ci si ferma per qualche secondo. Danilo e’ decisamente arrivato piu’ preparato di me e ad un certo punto, “scatta una foto in meno”, e allunga. Lo ritrovero’ solo all’arrivo. Passato il rifugio Pian di Cengia, il percorso ritorna piu’ corribile.

Un saliscendi continuo per alcuni km sopra alcuni laghi con un panorama tra i piu’ belli delle Dolomiti, fino ad arrivare al famoso Rifugio Locatelli (2.450 m). Durissima!  Sì, e’ stata una corsa veramente impegnativa. Il rifugio Locatelli e’ la giusta soddisfazione e ricompensa all’enorme sforzo richiesto. Da qui si possono ammirare le famosissime Tre cime di Lavaredo (Drei Zinnen). Non ero mai stato al Rifugio Locatelli.

E’ da qui che si possono rimirare le famose cime come spesso riportate nelle cartoline o in varie riviste turistiche. Bellissime! Come il mio carissimo amico Citterio ricorda “il gruppo appare come una vela latina, spiegata tra le onde di un mare pietrificato”.
L’avventura non finisce qui.

Dopo 2:40 min di fatica, ci aspetta un’altra ora e mezza di discesa fino a fondo valle, dove una navetta ci riportera’ a Sesto, punto di partenza della corsa.E’ proprio durante la discesa che, a causa della stanchezza, uno spiacevole imprevisto sicuramente sara’ parte del ricordo di questa avventura. Lungo la discesa inciampo  in un sasso e cadendo riporto una lussazione all’anulare della mano sinistra.

Trovandoci in un punto non facilmente accessibile dai soccorsi e ancora lontani dal fondo valle, decido di ridurmi da solo la lussazione riportando in sede il dito. Beh non ci voleva, ma l’inconveniente al ditto è valso l’esperienza Alla prossima, e se il prossimo anno dovesse passarvi per la testa la Drei Zinnen, consiglio dei buoni allenamenti in montagna durante le vacanze estive per prepararsi al meglio e non ultimi…. un buon paio di guanti da pugile per evitare lussazioni alle dita.

Luca

SALAMON CITY TRAIL

Fin da prima delle ferie avevo sentito parlare di un trail a Milano di 26km, la corsa mi ha subito attratto visto il percorso per lo meno alternativo, visto che si partiva dall Arena per poi snodarsi dal Castello Sforzesco all' Arco della Pace passando per la fiera arrivando fino all'Ippodromo ed entrando anche a San Siro.


Faccio presente della corsa a mio fratello e a Roby( Fumagalli),quindi decidiamo di iscriverci.
Passano le ferie ed arriva il 21 settembre giorno della gara.....teniamo presente che durante le vacanze ci si lascia un po' andare,quindi affrontare una 26km competitiva non e' proprio un passeggiata.
Partenza alle 10.00 all'Arena c'e' un sacco di gente circa(1500 iscritti) ,si parte ....Io e Roby cerchiamo di tenere un passo sotto al "5".

Passano i primi km e si affrontano le scale della Fiera nuova passando per la montagnetta arrivando fino al Monte Stella .
Avevo staccato Roby ma sapevo che la strada era lunga e il caldo cominciava a farsi sentire.Intorno al 19km (zona San Siro) Roby mi si affianca ,corriamo qualche km insieme ma capisco che non riesco a tenere il suo passo .. Arrivato al km25 penso ormai alla conclusione ma quando il GPS segna i 26km dell'arrivo non c'e' traccia ..passano anche i 27 e tutti chiedono agli adetti sul per corso quanto manca... All'arrivo i km erano 28 e per chi corre sa benissimo che 2km in piu' non programmati sono un bello scoglio.


La gara e' stata bella e particolare ...torniamo a a casa con la nostra medaglia fieri di aver portato a termine la Salamon City Trail

Per la cronaca Roby 2:24 Danilo 2:28 Alessandro 2:55.

ESTATE AI LAGHI BRIANTEI
LAGO DEL SEGRINO 5 PROVA di Lucrezia O.

Se l’animo si distoglie dalle cose umane e si volge agli alberi e alla natura, può essere il segno di un puro sforzo di autoconservazione, il desiderio di prendere parte a un’esistenza superiore.

(Ernest Junger)


Finalmente una giornata estiva in questa pazza estate di continue piogge e isolati raggi di sole.
L’occasione ideale per correre liberamente intorno al lago e su sentieri boschivi, ben lontano da centri densamente abitati.
Molti sono ancora in vacanza ma siamo comunque in tanti al ritrovo presso la Proloco di Eupilio.
La novità di quest’anno è che la quinta prova dei Laghi Briantei si corre di domenica con tre percorsi di km 8-15-22.
La gente si avvicina ai tavoli per le iscrizioni in un’atmosfera distesa, complice la certezza del sole che già dissipa l’umidità della notte.
Alle 7.30 partiamo, ognuno al proprio ritmo, quello che veramente conta è il movimento per uno stile di vita salutare, atto a prevenire problematiche future.
Si percorre il primo tratto lungo il lago del Segrino, seguendo la pista ciclopedonale in un silenzio naturale, colmo solo di verde rigoglioso, fresco e intenso, lavato dalle copiose piogge.
Da Canzo inizia il vecchio sentiero per Proserpio, frazione di Eupilio, e, tra salite e brevi discese, si raggiunge la località di Castelmarte, con il primo ristoro.
Si riprende in salita lungo il dosso della Gualdrea e, dopo Proserpio, si risale Monte Alto, verso Cascina Inarca.
A questo punto si devia e inizia la salita che porta al belvedere di monte Scioscia.
Il percorso, a tratti scivoloso, è attraversato da ruscelletti e ponticelli.

Alcuni luoghi si possono scoprire solo grazie all’impegno e alla costanza di non fermarsi, di guardare avanti e respirare la bellezza intorno a noi, un vero regalo per gli occhi e la mente.
Oggi non sempre è possibile cercare il silenzio nel verde; il tempo tecnologico in cui viviamo smorza il desiderio di ritornare all’estetica primordiale della natura, privandoci di panorami unici che suscitano un sentimento di pace e armonia.
Il silenzio, denso di emozioni, ci riporta ad altri tempi, altri luoghi del passato, dove vorremmo soffermarci con noi stessi e respirare una gioia quasi infantile: la felicità di correre sull’erba, come i cinesi che, in primavera, corrono, a piedi nudi, sui prati per festeggiare il sole e la natura che si risveglia.

A volte, tutto si svolge in una frenesia a tempo, senza la condizione di assorbire l’essenza della vita!

Grazie a tutti quelli che si prodigano per consentirci di scoprire così tante bellezze naturalistiche.
Sulla via del ritorno si ammira il Parco Roccolo di Cesana Brianza.

Si sale fino al santuario della Madonna della Neve e si scende a Eupilio, allungando fino a Pusiano, luoghi ameni nel sole d’agosto.

All’arrivo il ristoro finale ci restituisce un po’di energia.
Sul prato sono molti i podisti sdraiati a riposarsi, ma soprattutto a rilassarsi al caldo di una giornata sportiva e solare.

Nonostante sia tempo di vacanze al mare o in montagna, oggi, i partecipanti a quest’ultima camminata ludico-motoria dei Laghi Briantei, organizzata diligentemente dal gruppo podistico
ADS MARCIACARATESI, sono stati ben 700.

Lucrezia O.

IL PRESEPIO DI ISA 2014
I SETTE CAMPANILI 4° edizione

MA DOVE SIAMO ...

FERRAGOSTANA 2014 di Lucrezia O.

Domenica 24 agosto

PIAN DEL TIVANO   KM 6-12-25

Le continue piogge d’agosto possono smentire le previsioni di una domenica di sole, anche se noi podisti, comunque vada, non rinunceremmo mai a una corsa tanto attraente.
L’aria del mattino è quasi fredda, prima che il sole scaldi corpo e animo.
La fila dei podisti, davanti ai tavoli delle iscrizioni, si allunga sempre più composta, nell’attesa di ricevere il cartellino di partecipazione.
Alle otto si parte per sentieri che presto s’inerpicano su alte colline e monticelli.
Le abbondanti piogge hanno reso il terreno molto scivoloso e questo non permette nessuna distrazione.
Intanto il cielo s’illumina di luce calda che accende le tante sfumature di verde e di azzurro.

Intorno a noi sono solo prati e pascoli, in un’atmosfera bucolica d’altri tempi.

Oggi le cime del Cornizzolo, del Palanzone e di monte San Primo si scagliano in un cielo terso, con qualche innocua, bianchissima nuvola.

Il monte San Primo si riconosce dalla croce che troneggia, a testimonianza di tradizioni religiose, e da due antenne radio.

Ci inerpichiamo su in alto, là dove il cielo sembra più vicino e lo sguardo si perde tutto intorno nella bellezza di uno splendido panorama a 360 gradi.

Il respiro si sofferma a interiorizzare il paesaggio verde, interrotto solo dal blu dirompente del lago.

Tanta fatica così mirabilmente ricompensata! Il sentiero sassoso mette a dura prova i nostri piedi, qualche sasso è scaraventato lontano.Intanto si comincia a scendere, verso le praterie da sfalcio, riserva di fieno per gli animali. Qualche biker ci sorpassa dove il sentiero si allarga.

Sui prati rasati sono in tanti che si sdraiano al sole e si concedono un estivo picnic.
Siamo ormai all’ultimo ristoro, al ventesimo chilometro, solo cinque all’arrivo.
Per una distrazione saltiamo una freccia che indica una svolta a sinistra e rischiamo di salire sul monte San Primo.
Deviamo lungo un prato e seguiamo il sentiero in discesa fino a quando intravediamo l’arrivo, in località Pian del Tivano.
Sarebbe bello soffermarsi nel sole di mezzogiorno, ma è più forte il desiderio di tornare a casa per una doccia e per il pranzo della domenica.

Lucrezia Olivieri
Le foto sono state scattate dal podista Alessandro Montaguti, Team Otc Como.

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