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MONZA RESEGONE 2014
…anche quest’anno è arrivato il momento di partecipare alla nota e tradizionale corsa brianzola Monza-Resegone (MoRe, come viene anche chiamata per chi almeno una volta si è avvicinato ad essa)! La MoRe è una leggenda per chi corre e per chi ha vissuto in Brianza: quella del 2014 è la 54^ edizione. E’ una gara molto particolare: si corre il Sabato sera (notte) attraversando i centri di tutti i paesi che dividono Monza dalla famosa salita finale che porta ai piedi della vetta del Monte Resegone (Pra di Ratt). E’ una corsa a squadre, formate da tre componenti: quest’anno siamo io, Danilo (il mio compagno di tante avventure podistiche) e Nicola (sostituto dell’ultima settimana). Ci troviamo alle 19:30 per il rituale del ritiro del pettorale. Si parte dal Centro di Monza, dal palco allestito sotto l’Arengario. Le squadre femminili saranno le prime a partire, seguite dalle miste e a concludere quelle maschili, tutte distanziate di circa 20 secondi. Le partenze avranno inizio alle ore 21:00: noi quest’anno abbiamo il pettorale 193, quindi facendo due calcoli, stimiamo che la nostra partenza avverrà dopo le 22:00. L’attesa è lunga e vediamo in lontanza il profilo inconfondibile del Resegone, con le sue nove vette poste in fila a ricordare i denti di una sega: ci chiama, ci sfida e, anche se cerchiamo di nasconderle con battute e spiritosaggini, in ognuno di noi cominciano a crescere la tensione e la paura di non star bene, di “saltare”, di non riuscire a terminare la gara e compromettere l’avventura dell’intera squadra. Finalmente arriva il nostro turno: “3, 2, 1 via”, partiamo. Lo spettacolo è quello di sempre; moltissima gente staziona lungo le transenne posizionate in Corso Vittorio Emanuele, incitandoti e applaudentodi. Un bellissimo momento che ti dà la giusta carica di energia, tanto che rischi di correre il primo chilometro troppo velocemente. Il nostro ritmo è prudente, sappiamo quanto sia importante tenere l’energia per gli ultimi tratti della corsa, dove ci attende la salita finale che porta al rifugio degli Alpini Capanna Monza. Attraversiamo i primi paesi senza difficoltà, Villasanta, Arcore e Usmate; alcuni gruppi ci superano, ma l’esperienza ci ha insegnato che molti di questi gruppi li ritroveremo più avanti, quando raggiungeremo il fatidico “muro della maratona”, il trentesimo chilometro, lo spauracchio di molti maratoneti, che per la MoRe coincide con l’inizio della salita. Parenti e amici ci seguono lungo il percorso in macchina e “Canoa” (fratello di Nicola) in bicicletta. Canoa sarà la nostra “radiocorsa”. Ci riprende con una telecamera, commenta la corsa e ci tiene compagnia incitandoci e rallegrandoci con spiritosi commenti. Grande Canoa! Passiamo Osnago e Cernusco Lombardone. I paesi hanno organizzato la “Notte Bianca” in occasione della MoRe, quindi molta gente nonostante l’ora tarda anima i centri storici. C’è sempre qualcuno pronto ad offrirti una birra . Arriviamo a Merate e affrontiamo la prima leggera salita che porta a Calco. Cominciamo a superare qualche gruppo affaticato; il nostro ritmo è costante.Da qui si scende verso Airuno per poi proseguire fino ad Olginate. La vista del Resegone dall’altra parte dell’Adda è ora ben visibile, manca poco alla salita. Attraversiamo il ponte ed entriamo in Calolziocorte. Parenti ed amici che ci hanno accompagnato lungo il percorso, ci attendono per il cambio maglietta ed un piccolo ristoro. Ci incitano, facciamo qualche foto, ci salutano e si riparte: i nostri accompagnatori, Canoa compreso, si fermano qui, da adesso in avanti si fa sul serio. Inizia la lunga salita che ci porterà ad Erve, per poi proseguire fino in cima al Rifugio degli Alpini. Decidiamo di correre lentamente lungo la strada e di camminare nei “gradoni”. Proseguiamo celeri e sorpassiamo molti gruppi affaticati, ma anche per noi arriveranno momenti meno felici. Il primo segnale di affaticamento si presenta poco prima del rifornimento di Erve, decidiamo allora di proseguire camminando fino all’inizio della salita del “Pra di Ratt”, nella speranza di recupare fiato ed energie. Lungo la salita del Pra di Ratt cominciano i primi problemi: crampi e dolori di stomaco rallentano la nostra salita, ma proseguiamo, non vogliamo mollare. La salita appare interminabile, ci si aiuta e ci si incita. Lo spettacolo è notevole, si intravede la fila di lucine che sale lungo la montagna. Molte squadre sono ora in fila indiana, unite da un forte senso di solidarietà e pronte ad aiutarsi a vicenda. Non conta più il tempo, conta arrivare e finalmente dire: “mi lu fada!”. Finalmente passiamo la forcella, punto che segnala la fine della parte più dura; ristoro veloce e proseguiamo nell’ultimo tratto in leggera salita. Manca poco, e pochi minuti dopo finalmente sentiamo le voci del vicino Rifugio; ci compattiamo tutti e tre per la foto finale che immortalerà il nostro arrivo e la nostra soddisfazione. Flash, foto e arrivo. Ci abbracciamo, siamo contenti, finalmente possiamo sederci e riposarci per qualche minuto, ricordando i momenti belli e quelli più difficoltosi. Danilo, come tutti gli anni, mi dice che questa è l’ultima volta che mi accompagna in questa avventura, ma so già con certezza che domani la penserà diversamente e il prossimo anno sarà al mio fianco per affrontare nuovamente la sfida.
MILLE KM E OLTRE DI SOLIDARIETA` di Lucrezia

LECCO   Domenica 21 luglio 2013
4-6-14-20 km
INFO: www.gruppoamicidilecco.org

« Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. »
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1840)

Nel calendario FIASP 2013, si legge: MILLE KM E OLTRE DI SOLIDARIETA’ Il titolo della manifestazione sportiva è molto accattivante, di grande valenza umanitaria. La corsa, non competitiva, è stata organizzata con impegno e scrupolosità` dal Gruppo Amici di Lecco, tutti volontari che dal 1995 dedicano tempo ed energie a quattordici ragazzi disabili.
Nel 2000 il gruppo è diventato un’associazione ONLUS. L’ultimo progetto del gruppo Amici di Lecco è di grande importanza e di profondo altruismo: realizzare una casa famiglia per i loro ragazzi diversamente abili, gestita da volontari, persone che donano una speranza a quanti sono meno fortunati di noi. La corsa prende il via dal Piazzale Mercato (ex Piccola), via Amendola, e offre un ampio parcheggio.
Il percorso si snoda tra il verde, lungo il lago, sulla pista ciclabile dei rinomati luoghi manzoniani.

« È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell'Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare. » (Alessandro Manzoni, I promessi sposi, cap. 4)

Pescarenico è un rione di Lecco, sulla riva sinistra dell'Adda, fra il termine del ramo lecchese del lago di Como e il piccolo lago di Garlate. In questo tratto si ammira l’antico borgo di case colorate e barche di pescatori, ricordo di una semplicità di vita, legata ad altri tempi.
Dopo il fascino di Pescarenico, la pista su cui corriamo si avvicina alla strada, lungo un marciapiede, sempre di colore rosso. Superato il centro sportivo di prato grande, si torna a correre lungo il lago, su sterrato. Incontriamo molte persone che camminano, cagnolini al guinzaglio, bambini che giocano, famigliole pronte a trascorrere una giornata in riva al lago e, naturalmente, molti ciclisti. Dopo la diga raggiungiamo il lungolago di Olginate.


Corriamo su sterrato, superiamo i ponti della ferrovia e attraversiamo il nuovo ponte in legno di Olginate, per portarci sulla sponda opposta. Il sindaco Brivio, del Comune di Lecco, si e`complimentato con il gruppo Amici di Lecco per essere stati i primi ad utilizzare il nuovo ponte per un evento sportivo, con numerosi partecipanti. Siamo a meta`del percorso piu`lungo. Ritorniamo verso Lecco, in localita`Lavello.
Risaliamo di corsa fino a Vercurago e, tra passanti e ciclisti, raggiungiamo Pescarenico.
Il sole filtra tra i rami e disegna giochi di luci e ombre sulla pista ciclabile, davanti ai nostri piedi.La bellezza paesaggistica ci ripaga dalle fatiche di una corsa, anche se pianeggiante e senza dislivelli di rilievo. Nell’ultimo tratto del percorso incontriamo qualche ragazzo disabile, seguito dai volontari del gruppo, tutti impegnati a raggiungere l’arrivo. La corsa termina in Piazzale del mercato, assolato e brulicante di runners. In uno stand tutti possiamo conoscere programmi , attivita`e progetti del gruppo Amici di Lecco, grazie ad un’ampia e completa documentazione di scritti e immagini.


Una riflessione personale: nella vita, come regola fondamentale, non dovremmo perdere nessuna opportunita`di diventare persone migliori, donando le nostre energie emotive agli altri, a quanti sono piu`svantaggiati, che si aspettano un piccolo aiuto per crescere ed essere guidati nel loro cammino. Corriamo insieme a loro, a quanti sono diversamente abili, cercando un percorso di sensibilita`e un contatto umano che possano tradursi in disponibilita’e aiuto. Dove la moderazione e’ un errore, l’indifferenza e’un delitto.

Lucrezia Olivieri

NATALE a ferragosto di Lucrezia O.

Questa mattina, come ogni altro giorno dell’anno, mi sono svegliata presto.
Apro la finestra e scruto il cielo, quasi a sfidare le previsioni meteo.

Pantaloncini e maglietta sono pronti dalla sera precedente.
Senza alcun indugio li indosso, preparo il mio orologio ma subito mi dico che non mi serve; oggi corro con il cuore, per quel sottile piacere di sentire il proprio corpo in movimento, libero nell’aria fresca e nel tempo che mi appartiene.
Accosto il cancello per non svegliare quanti ancora dormono.

Questo è il momento della giornata che vivo intensamente, i miei passi sulla strada, lo sguardo intorno a cogliere tutte le sfumature del cielo.

I grigi accumuli di nuvole incombono sempre più in basso, sui tetti, e nascondono del tutto anche le chiome degli alberi.
Le mie gambe prendono il ritmo giusto per risvegliare il corpo ancora addormentato.
Entro nel nero plumbeo e i passi diventano sempre più veloci, attenti a evitare i tombini bagnati dalla pioggia.

Le luci della notte sono ancora accese, c’è tanto buio intorno.

Corro nel silenzio di questo strano mattino di ferragosto, i rumori ovattati da qualcosa che si avvicina sempre più, mentre fulmini, per un attimo, solcano il cielo.

Sono quasi arrivata a Barzanò: nel cielo lampi di luce annunciano rombi di tuoni vicinissimi.
Corro distante da alberi frondosi mentre sulla pelle sento le prime gocce di pioggia e, subito dopo, chicchi di grandine.

Sono meravigliata ma non intimidita.

Intanto corro più alacremente e ritorno per la stessa strada, lasciandomi alle spalle il cielo sempre minaccioso.

Verso Monticello Brianza si scorge il chiarore del nuovo giorno che spegne i colori della notte e riveste di luce il mondo intero.

Penso a quanti problemi neri e profondi la vita ci pone, macigni sul cuore, ma non ci fermiamo, andiamo avanti, raccogliamo i cocci, troviamo soluzioni e il tempo amico ci porta lontano, su, in vetta.

Salgo sulla scalinata, di fianco al parco degli ulivi, carichi di pioggia, e raggiungo il punto più alto di Monticello, 406 metri, dove sorge la parrocchia Sant’Agata. 

Respiro una frazione di felicità!

Racchiudo, con un solo sguardo, il vasto panorama dei paesi in direzione Monza-Milano, la Val Cava, Montevecchia con il santuario in cima, paesi e montagne verso Lecco, dove la grandine, oggi, ha copiosamente rivestito ogni cosa, come un manto di neve.

Suggestione natalizia!

Allungo per l’ultimo chilometro, verso la località Torrevilla.

Ritorno a casa completamente bagnata di pioggia ma con un’emozione ancora più intensa: la passione per la corsa.

Lucrezia Olivieri

LA GIUNTA DI BESANA INCONTRA "UL GIR DE MUNT"
Martedì 29 corrente mese il sindaco Sergio Cazzaniga, il vice sindaco Luigi Pirovano e l'assessore Giuliano Villa, incontra nella sede di Montesiro il gruppo sportivo "UL GIR DE MUNT" una serata all'insegna della simpatia ma anche densa di buoni propositi e collaborazioni.
SABATO 7 GIUGNO 2014 di Lucrezia
Partecipare a questa corsa è sempre una festa! L’attenzione organizzativa non trascura alcun particolare: tutto è ponderato e accurato, nulla viene lasciato al caso. Il ritrovo è presso l’oratorio di Montesiro, dove vi si respira un’aria di festa, che prosegue dopo la corsa con una cena in compagnia; già si perdono nell’aria i profumi invitanti di prelibate pietanze. Ogni membro del gruppo sportivo Ul gir de Munt è impegnato a dar il meglio di sé perché tutto sia perfetto. La corsa, con i tre percorsi per piccoli e grandi podisti, si svolge all’interno del parco della Valle del Lambro, tra distese di verde nuovo, cespugli, alberi ombrosi, sullo sfondo di un cielo terso, che promette di restare così fino a sera. Corro e mi lascio affascinare da paesaggi dorati, nella luce del crepuscolo. La magia del bosco mi sorprende con giochi di luci e ombre, rumori e cinguettii di fringuelli e cardellini. Qui il mondo è diverso, respiro una sensazione di vita agreste, lontana dalla strada di traffico, solo quiete e tranquillità. Corro e tutti i pensieri volano lontano! All’arrivo i visi sono più distesi; la corsa ci regala leggerezza e un’emozione d’intima calma. Anche quest’anno la partecipazione è stata numerosa e vivace, 1240 presenze, un più che meritato riconoscimento al costante impegno del gruppo sportivo Ul gir de Munt.
La MONZA MONTEVECCHIA dei fratelli Borgonovo

Per chi non e' pratico e' una corsa di 33km che si svolge a coppia da Monza a Montevecchia il percorso si snoda dal parco di Monza a Biassono passando per i guadi di Canonica-Brugora arriavando fino a a Casatenovo, proseguendo per Logoredo arrivando a Lomagna dove parte il GPM della montagna (dove abbiamo apprezzato il tifo dei fratelli Fumagalli) che porta fino in cima a Montevecchia, per poi riscendere all'arrivo. Abbiamo affrontato la corsa col solito spirito senza nessuna pretesa ma la realta ci ha fatto capire che non si trattava di una passeggiata ....Gia' dai primi km il caldo ci ha condizionato tantissimo e devo dire che gia' dopo 18 -19 km accusavo la fatica.....supportati dal tifo di mia moglie e mio figlio e di uno straordinario "Fuma"che ha pensato bene di seguirci in bici...siamo riusciti ad arrivare al traguardo.

E' stata la corsa piu' faticosa che abbia mai affrontato(peggio della maratona)..pero' penso che tutto faccia esperienza quindi anche questo trail servira' per delle prossime corse!!!!!